La mia foto
"Noi non ci realizziamo mai. Siamo due abissi: un pozzo che fissa il cielo"

15 aprile 2009

Un pensiero sulla scuola...

Qualche giorno fa mi è capitato di visitare una mostra fotografica itinerante in una scuola di Prato, dedicata a ripercorrere alcune tappe significative dell’operato di Don Lorenzo Milani, priore di Barbiana. Una mostra un po’ particolare...tante vecchie foto in bianco e nero appese alle pareti, bambini immersi nello scenario di una rustica chiesa campagnola: alcuni leggono concentrati, altri scrivono e disegnano, altri ancora sono raccolti intorno al maestro e lo guardano curiosi, con occhi pieni di perché. Sotto le foto, alcune frasi scritte a caratteri diversi poste in ordine sparso, come cumuli di pensieri. Sinceramente sapevo pochissimo riguardo a Don Milani prima d’ora, ma devo dire che queste poche frasi e foto sono bastate a rendermi una chiara immagine del calibro di quest’uomo che dedicò tutta quanta la sua vita all’”essere maestro”. Sono rimasta profondamente colpita da una frase in particolare: “La scuola deve tendere tutto nell’attesa di quel giorno glorioso in cui lo scolaro migliore le dice: "Povera vecchia, non ti intendi più di nulla"; e la scuola risponde con la rinuncia a conoscere i segreti del suo figliolo, felice solo che il suo figliolo sia vivo e ribelle.” (Da “Lettere di Don Milani priore di Barbiana”) Don Milani ci propone l’immagine di una scuola che invece di riempire passivamente le menti degli studenti, cerca di fornire loro gli strumenti adatti per affrontare il futuro. La scuola non è una banca impegnata a gestire i propri “numeri”! La scuola deve occuparsi di fornire agli studenti tutto ciò di cui hanno bisogno per riuscire ad agire e a porsi di fronte ai problemi in maniera autonoma. L’insegnante dovrebbe sentirsi realizzato quando uno studente alza la mano e con rispetto, ma anche con carica, ha il coraggio di criticare il pensiero del suo maestro, perché è proprio allora che è avvenuto il confronto e quindi la crescita. Lo studente che supera il maestro non è solo retorica...è la voce del progresso. E allora riflettiamo...la nostra è una scuola che educa veramente? O è piuttosto una macchina che emette false carte? Una scuola coltiva i suoi studenti, li riconosce per la loro motivazione e per la loro passione e non per i loro voti. Forse è proprio perché ci sentiamo solo dei numeri che non riusciamo ad amare fino in fondo la scuola fin da piccoli...forse perché non riusciamo a trovare in essa tutti gli strumenti che ci servirebbero per affrontare la vita vera.

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