Tante perle di saggezza disseminate in un affascinante scenario perfuso dalla sensibilità orientale: le pagine di questo piccolo libretto dalla copertina di stoffa floreale mi hanno inebriato fino all’ultima parola. La comune vacanza di un professore nell’isola indonesiana di Bali si trasforma in un viaggio alla ricerca del tassello mancante per raggiungere la felicità interiore. Un uomo dedito al proprio lavoro di insegnante, ma nel contempo insicuro, incosciente di molte delle decisioni che ha preso nella propria vita, insomma un uomo semplice, come tanti di noi potrebbero essere. L’incontro con il vecchio saggio Samtyang, un po’ come Buddha con Siddartha, lo conduce verso la strada alla conoscenza di sé. “Il suo problema non è nel corpo ma nella testa”, “Se siamo convinti di una cosa, questa diventa realtà, la nostra realtà”: parole che il maestro continua a ripetere al suo allievo, corredando ogni singola frase di un valido esempio, finché egli non ne apprezzerà fino in fondo la vera essenza. “Gli esseri umani sono molto attaccati a tutto ciò in cui credono. Non cercano la verità, vogliono solo una certa forma di equilibrio, e riescono a costruirsi un mondo più o meno coerente sulla base delle loro convinzioni. Ciò li rassicura, e inconsciamente vi si aggrappano.”, “Ciò che lei crederà del mondo la condurrà a dare un senso specifico a tutto ciò che per sua natura è ambiguo e incerto...e questo rafforzerà le sue convinzioni. Ancora una volta.”: una sorta di cartesiano mondo come sogno, un’immagine della vita come proiezione delle nostre menti. E tutto ciò si risolve in breve in una sorta di ottimismo del volere è potere, della necessità di compiere qualsiasi scelta a cuore aperto, senza lasciarsi influenzare da fuorvianti fattori esterni. Noi, come artefici del nostro destino, costruiamo una vita a immagine e somiglianza dei nostri pensieri. In definitiva su qualunque cosa ci soffermiamo a pensare, anche inconsciamente, questa diventerà realtà, che siano debiti o vincite, delusioni o gioie. L’immagine di Samtyang è quella tipica del saggio orientale cosparso di quell’aura di serenità che ammalia: un viso imperturbabile di “qualcuno che si accontenta di essere” e che offre la via per raggiungere il suo stato a chiunque abbia la costanza di perseguirla. E come una favola, il professore si lascia trasportare dal mistero dell’isola e affronta varie prove, azioni che nascondono un significato sottile e recondito che pian piano riuscirà con pazienza sempre più ad afferare. Ma l’esito del cammino verso la felicità non è così scontato come sembra...come si può intuire tutto si risolve infine in noi e solo in noi. Un libro guida, da leggere e rileggere, uno spunto per mille riflessioni, un modo per capire che la felicità è per tutti a portata di mano, basta imboccare la propria strada per raggiungerla...
“Noi siamo ciò che pensiamo. Costruiamo il nostro mondo, con i nostri pensieri.” BUDDHA